Il Centro

Alessandro con Silver

Marina con Lecoq

Oramai da tempo avevo capito che, tutte le convinzioni che noi, da bravi umani arroganti abbiamo rispetto al sentire degli animali, dei nostri cavalli, erano congetture senza senso.

Ci scelgono, ci amano, hanno le loro paure che sono le nostre, ci fanno da specchio, condividiamo con loro le vittorie i fallimenti , le emozioni e poi quando non possono più accompagnarci decidiamo che possano tranquillamente tornare a fare la vita da cavalli liberi, dopo che hanno perso il loro istinto, la loro capacità di procurarsi il cibo, di proteggersi dalle intemperie, di vivere in un branco rispettando le loro gerarchie.

E' quando ho preso coscienza di tutto ciò, che ho pensato e voluto uno spazio dedicato ai cavalli a fine carriera, che con tanto amore e dedizione si sono donati e ci hanno regalato momenti indimenticabili che rimarranno per sempre nella nostra memoria.

Vi voglio raccontare un pezzetto della storia di Donath, uno dei miei amati cavalli, e quello che lui mi ha insegnato rispetto a quello che accade quando smettiamo di farli lavorare per noi. La sua storia bellissima di quando ci siamo incontrati e come lui ha scelto di venire a vivere con me, se vorrai la potrai leggere nel mio libro.

............... Avevo preso in affitto un terreno, accanto al maneggio,con un capannone dedicato ai cavalli più anziani o malati. Ne avevo allora cinque o sei. Un uomo di scuderia si occupava solo di loro. La mattina gli portava da mangiare, gli toglieva le coperte,li spazzolava, gli puliva i piedi. Erano spupazzati come cavalli da Gran Premio.Ma nonostante ciò, Donath dimagriva. Lo avevo messo a riposo, faceva solo rare passeggiate per paura che tutto quello che gli era successo lo avesse debilitato. Preoccupata per il suo stato di salute, gli feci fare analisi su analisi, cambiando diversi veterinari, finché ne trovai uno che mi ispirò favorevolmente. "Signora, questo cavallo deve lavorare, è entrato in depressione", mi disse. "Ma come faccio?", risposi io. "Lo faccia sellare, gli faccia fare delle passeggiate con un bambino in groppa", sentenziò il veterinario! Fu fatto .... e come per magia il cavallo rifiorì. Donath era ormai umanizzato, non voleva stare da solo. Dal momento che ti metti gli animali vicino, che accogli un cane o un gatto in casa, lo hai umanizzato. Donath fu affidato pertanto a due bambine frequentatrici del maneggio che tre volte alla settimana venivano a governarlo, pulirlo, e riempirlo di coccole. Lo montavano, molto di rado, utilizzando delle sedie per salire sopra di lui.Il cavallo era veramente un gigante per loro, un metro e settanta al garrese. Le piccole si mettevano con le sedie lateralmente al cavallo, ed aiutate da qualcuno, riuscivano a salire sopra. Lui quasi quasi, per agevolarle cercava di farsi piccolo, abbassava il collo e la schiena era tenerissimo. Ci salivano a pelo, andando in giro per il maneggio con Donath che quasi non respirava per la responsabilità, di quelle minuscole creature, ma era felicissimo e fieri.                                                                                                                                                         Morì in maniera bellissima, con la bocca piena di erba, stra-coccolato fino all'ultimo istante...

E' stata proprio questa esperienza che mi ha fatto capire di cosa hanno bisogno questi giganti dall'animo così fragile, una volta smessi i panni di cavalli sportivi.

Alle Scuderie del Ciliegio infatti ho realizzato uno spazio meraviglioso in mezzo agli ulivi, dove ricreare un branco in armonia, con tettoie e beverini, postazioni di fieno sparse per dar loro di nuovo lo stimolo di andare a cercare il cibo, ma senza il pericolo di non trovarlo e soprattutto in grandi quantità a disposizione tutto il giorno, in modo che anche il più timido e meno intraprendente oppure quello anziano e perciò più debole possano alimentarsi senza paure e frustrazioni subendo le prepotenze dei più forti.                                                                                                                                 A vigilare che tutto proceda in equilibrio, io Loredana e i miei collaboratori, tutte ragazze che vengono preparate da me personalmente, quotidianamente trascorriamo molte ore della giornata con loro per soddisfare le loro necessità e se necessario curare con metodiche olistiche e rimedi naturali i loro malanni e se loro lo chiedono anche di riempirli di coccole.                                                                                                                                                                                                  Si..... se loro lo chiedono!!!!!                                                                                                                                                                  Perché il loro rispetto passa dal possibilità di lasciarli liberi di scegliere se relazionarsi con l'essere umano, e scoprire che chiamati per nome ti corrono incontro anche se non gli stai portando nessuna leccornia.

L'ISOLA CHE NON C'E' ..O CHE NON C'ERA
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